05 ottobre 2022
Anche in periodi di crisi strutturale, le aziende avvertono come primaria l’esigenza di promuoversi.
A testimoniarlo sono i dati del report “Advertising & Media Outlook” realizzato dalla società Statista, che evidenziano come in Italia il settore dell’advertising viva un vero e proprio boom dal valore di 9 miliardi di euro all’anno.
Sospinto dalla pandemia, all’interno di un trend che ha fatto volare gli investimenti a livello internazionale, il mercato della pubblicità si riconferma più attraente che mai, e non solo per le imprese.
Il media buyer, il professionista che gestisce, pianifica e controlla l'attività di media buying sul web e sui social
La grande richiesta di strategie promozionali su social media e web in particolare, ma anche televisioni, emittenti radiofoniche e carta stampata ha infatti dato vita a una nuova figura professionale – quella del media buyer – sempre più ricercata dalle aziende italiane ma ancora poco diffusa.
Ale Lorenzi, media buyer e consulente con clienti tra Europa, Stati Uniti ed Emirati Arabi, spiega che “il compito di questo professionista altamente specializzato riguarda la gestione, la pianificazione e il controllo delle attività di media buying, ovvero la creazione e il posizionamento delle pubblicità in chiave strategica per l’impresa all’interno di un mercato in costante evoluzione.
Non si tratta più di una disciplina che regola la compravendita di spazi pubblicitari, ma anche di un insieme di skill capaci di coprire un ampio spettro di attività”.
Competenze e attività sempre più legate a dinamiche digital e social.
Stando alla recente ricerca di Datareportal sull’uso di internet nel mondo, su 8 miliardi di abitanti quasi 5 miliardi di persone utilizzano quotidianamente i social network, rendendo di fatto questo segmento dell’industria dell’entertainment una vera e propria vetrina globale.
“Tra le molte ragioni per cui quello del media buyer è considerabile come un lavoro del futuro, spicca la consapevolezza che i social occupano un ruolo fondamentale all’interno della nostra vita, e vengo utilizzati dagli utenti per fare acquisti, cercare opinioni e informazioni di qualsiasi tipo.
Il media buyer e l'individuazione del giusto target per il giusto prodotto
Soprattutto in un’epoca dominata dal digitale, con un pubblico sempre più vasto e in cui la presenza online è fondamentale ma anche faticosa, a causa della concorrenza, questa figura sarà centrale e molto strategica.
È sufficiente pensare all’importanza di saper mettere il giusto prodotto davanti al giusto pubblico, gestire i costi pubblicitari, riconoscere le piattaforme di tendenza e fronteggiare i cambiamenti repentini dei social network con velocità ed efficacia, per comprendere perché i media buyer siano così ricercati dalle aziende.
Anche in futuro, ipotizzando uno scenario molto verosimile caratterizzato da una domanda crescente, la padronanza di queste abilità potrebbe rivelarsi addirittura determinante”.
Quanto guadagna un media buyer?
Per quanto riguarda il fattore retributivo, ci sono variabili iniziali da tenere in considerazione.
“Innanzitutto – spiega l’esperto, attivo anche nella formazione dei media buyer di domani – la retribuzione è determinata dalla modalità lavorativa che si sceglie, ad esempio optando per un lavoro da dipendente all’interno delle agency che può far oscillare il guadagno tra i 1000 e i 3 mila euro al mese.
Se invece si decide di approcciare il media buying come liberi professionisti, avendo skill comprovate ed esperienza nel gestire il proprio tempo in modo autonomo, allora si può arrivare anche a guadagnare oltre 1000 euro per cliente, con la possibilità di costruire un team al fine di delegare dinamiche più articolate.
Scegliendo questa strada, la retribuzione media per un media buyer ben formato si attesta attorno ai 7 mila euro mensili”.