18 agosto 2022
Nell’ultimo anno si è parlato molto, in tema di lavoro, di Great Resignation.
In Italia stiamo realmente vivendo il fenomeno delle dimissioni volontarie o piuttosto il mondo del lavoro sta attraversando una nuova epoca e percezione?
Mondo del lavoro, il fenomeno delle dimissioni volontarie
Secondo i nuovi dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, sono state 306.710 le dimissioni nel primo trimestre 2022 (+ 35% rispetto al medesimo periodo del 2021). Nel complesso le assunzioni (1.865.000) hanno però superato i valori del 2018-2019 con un saldo positivo di 350.345 nuovi rapporti di lavoro. Forse sarebbe opportuno quindi parlare di grande cambiamento, più che di grandi dimissioni: le persone spesso abbandonano il proprio lavoro per iniziarne uno nuovo, più stimolante.
“Siamo probabilmente di fronte a una nuova percezione del lavoro. Tra gli anni ‘60 e ’80 l’impiego ha rappresentato lo strumento di affermazione identitaria, grazie al quale crearsi una posizione sociale. Dall’avvocato, al notaio, dal medico, al commercialista, queste erano le figure professionali più ambite, perché in grado di garantire un tenore di vita benestante. Oggi i riferimenti sono altri e il lavoro, soprattutto per i giovani, rappresenta la possibilità di seguire i propri valori, probabilmente perché l’identità può affermarsi nel mondo social. Influencer, networker, le professioni legate al mondo del gaming sono le nuove opportunità lavorative di riferimento, in grado spesso di generare entrate economiche consistenti, con un impegno di tempo ridotto” racconta Antonio Panìco, founder di Business Coaching Italia, la prima realtà a occuparsi in modo mirato di coaching aziendale nel nostro paese, e vincitore per due anni consecutivi, 2021 e 2022, dell’ambito riconoscimento internazionale di Coach dell’anno ai Ceo Today Management Consulting Awards.
Mondo del lavoro, le priorità per i giovani
In un contesto dove i valori e i modelli di riferimento sono cambiati, diventa importante per le aziende saper attrarre e trattenere i lavoratori. “Possiamo identificare 5 caratteristiche fondamentali per un posto di lavoro ottimale” prosegue Panìco:
Flessibilità e autonomia: “è importante che ci sia un’alternanza tra lavoro da remoto e in presenza, grazie a un’adeguata dotazione tecnologia, per permettere di conciliare al meglio vita lavorativa e privata. L’autonomia e un elevato tasso di fiducia sono importanti per accrescere la partecipazione del dipendente e il suo senso di appartenenza all’azienda”.
Possibilità di formazione continua: “un ambiente di lavoro dove continuare ad apprendere e migliorarsi, anche frequentando corsi periodici di aggiornamento e formazione, offre continui nuovi stimoli, permettendo di crescere professionalmente”.
Leadership forte e sana: “un ambiente di lavoro deve poter contare su una guida concreta, in grado di prendere le giuste decisioni e definire i ruoli di ciascun lavoratore, in modo chiaro e preciso. Altrettanto trasparenti dovranno essere gli obiettivi da raggiungere e i metodi di misurazione del risultato. In un contesto simile, il dipendente si sentirà effettivamente parte della squadra e motivato a operare sempre al meglio. Ne gioverà anche il clima di lavoro, che sarà disteso e sereno, allontanando incomprensioni e frustrazione”.
Riconoscimento economico adeguato: “la retribuzione ha il suo peso specifico, soprattutto in un periodo di forte inflazione. In Italia penso sia doveroso rivedere il costo del lavoro, troppo alto. Le possibilità di guadagno offerte dal business online sono inoltre molto attrattive per i giovani e spesso richiedono meno tempo da dedicare per incamerare lo stesso valore di uno stipendio medio. L’instabilità della partita iva forfettaria spesso viene preferita alla stabilità lavorativa del dipendente proprio perché gli stipendi sono in media bassi”.
No stress: “lavorare senza un eccesso di ansia permette di incanalare le proprie energie nel lavoro, senza disperderle in inutili e malsane discussioni, che nella maggior parte dei casi sono legate a una non corretta divisione dei ruoli e degli obiettivi. In un ambiente dove il confronto tra colleghi e il leader è sano e costruttivo le persone si sentiranno parte del team e disposte a collaborare le une con le altre, al meglio”.
Breve Bio di Antonio Panìco:
Giuglianese classe 1977, una laurea in farmacia con una consolidata esperienza nel campo della Vendita e del Marketing, in Italia e all’estero. Ha rivestito il ruolo di Responsabile della Formazione per un’importante multinazionale farmaceutica, formandosi al contempo su Self-help, Leadership, Persuasione, Programmazione Neuro Linguistica, Intelligenza Emotiva e Self-Efficacy. La preparazione didattica, unita all’esperienza sul campo, gli hanno permesso di diventare un affermato e stimato Business Coach a livello internazionale. Con la sua azienda Business Coaching Italia S.r.l. aiuta imprenditori, manager e professionisti a sviluppare processi aziendali efficaci, migliorare la leadership, le vendite, il marketing, l’organizzazione interna in favore del well being, con l’obiettivo di favorire l’espansione aziendale.
Attualmente è in libreria con una nuova edizione, arricchita nei contenuti del libro “Coach Ricco Coach Povero”. Il volume si rivolge ai coach professionisti, ma anche a imprenditori e manager, analizzando le migliori strategie per aumentare le performance, rafforzare la propria leadership, liberando del tempo per la vita privata.