15 novembre 2018
Essere un grande artista,
un professionista di straordinario talento e vocazione non farà di
te – come per magia – la persona più acclamata del pianeta. Il
talento da solo non è sufficiente, in quanto acquista luce e valore
soltanto in presenza di un’ulteriore scintilla. Scintilla che in
pochi possiedono davvero e sanno come accendere, ma che assicura
anche agli occhi più inesperti quel bagliore inconfondibile che
surclassa tutti gli altri.
La differenza tra
talento e genio è tutta qui. E se il primo garantisce una mentalità
propositiva nell’affrontare le sfide competitive di un mondo in
costante evoluzione, soltanto il secondo – il genio – può
garantire quelle diversità, unicità e novità che conducono per via
privilegiata alla vendibilità economica di un prodotto o di un’idea.
Nulla è infatti più
sterile di un talento non messo a frutto.
Siamo ormai abituati a
sentirci ripetere che la vita inizia là dove finisce la “comfort
zone”.
Personal branding, l'autopromozione che enfatizza il talento
Soltanto oltrepassando
l’arida linea di confine che separa il guscio rassicurante
dall’universo rischioso che lo circonda, animati da passione e
determinazione, scopriremo che uno dei segreti meglio nascosti per la
corsa al successo è l’autopromozione.
Lo è da sempre, basti
pensare al giovane D’Annunzio che in forma anonima comunicò ai
giornali la propria morte proprio in vista dell’uscita del suo
primo libro, così da farne schizzare le vendite alle stelle. Uno
spregiudicato esperto di marketing ante litteram, insomma.
Quello del “far parlare
di sé” è concetto riassunto ed inglobato dal cosiddetto “personal
branding”; più che una teoria, uno stile di vita.
E se fino ad una manciata
di anni fa tale attitudine era praticata senza dirlo, oggi è oggetto
di approcci puntuali e scientifici.
Personal branding, le pr alla portata di tutti, singoli e imprese
É forse questa la grande
rivoluzione proiettata da internet e dai social media su di una
società perennemente connessa: le pubbliche relazioni non sono più
soltanto un’attività per tecnici ed esperti del settore, ma
riguardano tutti (singoli e imprese) e non c’è campo
imprenditoriale, sociale o artistico che possa dirsene chiamato
fuori.
Personal branding, le pr nell'industria cinematografica
L’industria
cinematografica è senza dubbio uno dei pilastri fondanti nel campo
dell’intrattenimento, e in quanto tale risente più di chiunque
altro del nuovo modo di fare pubbliche relazioni.
Solamente negli Stati Uniti, ogni anno
vengono girati e pubblicati circa 600 lungometraggi, numero che con
le chiacchieratissime produzioni Indie raggiunge le 1200 unità. Un
mercato enorme.
Personal branding, le pr utilizzate per suscitare interesse su un nuovo film prima dell'uscita in sala
Al punto che molti
registi, ad oggi, comprendono le dinamiche dell’advertising e delle
public relation con tale raffinatezza da imporre spesso e volentieri
lo stanziamento di un secondo budget da affiancare a quello
principale necessario per la realizzazione della pellicola. Il lavoro
comincia infatti ben prima delle fasi di produzione vera e propria.
Ad esempio, in
pre-produzione entrano in gioco tutte quelle strategie di pubbliche
relazioni che mirano a suscitare tra il pubblico più informato ed i
nuovi potenziali fruitori un vero e proprio “buzz”, quel fermento
che da un lato accenderà e terrà vivo l’interesse e l’aspettativa
degli spettatori – e dall’altro porterà ad una monetizzazione
attraverso biglietti venduti e conseguenti incassi.
Non basta più un cast stellare, ci vuole il digital marketing
Il settore
cinematografico, anche grazie alla grande competitività cui è
soggetto per via dei numeri di cui sopra, è stato tra i primi a
dimostrare come un’attività classica e tradizionale di pubbliche
relazioni possa rivelarsi tremendamente inefficace. Se c’è una
lezione che abbiamo interiorizzato da quando l’entertainment
cinematografico è costretto a confrontarsi con i nuovi media, è che
una promozione vecchia nei modi non sortisce più il minimo effetto.
La presenza di un cast stellare e di un cineasta pluri-premiato che
lavora su trame degne di nota sono ingredienti che, da soli, non sono
più sufficienti per creare eccitazione attorno al prodotto. E un
film senza riflettori addosso vive spesso un destino già segnato.
É qui che entra in
gioco il ruolo del Digital PR.
Una strategia di pr per ogni piattaforma social
Ogni strategia di pubbliche relazioni
necessita di un proprio linguaggio a seconda del canale a cui viene
applicata. Ciò è doppiamente vero quando le promozioni non
avvengono più in forma canonica (tramite le connessioni con la carta
stampata ed i media tradizionali), bensì attraverso le mille
diramazioni che internet ed i social media possono offrire, ognuna
delle quali risponde a logiche e dinamiche proprie. Un trend, oggi,
non può prescindere da questa mentalità.
Non è un caso se
a fianco alle mastodontiche e costosissime campagne pubblicitarie e
di marketing, sempre più artisti e case di produzione intraprendono
sotto varie forme la strada delle pubbliche relazione digitali. Ne
beneficiano i costi, certo, ma anche la possibilità di creare
innovazioni geniali ed efficaci al fine di promuovere il prodotto con
la giusta strategia.
Il digital marketing consente di "aggiustare il tiro" nel corso della campagna
E, non ultima, influisce
molto la facilità di monitorare in tempo reale l’effettiva utilità
di un determinato piano d’azione, così da poter effettuare in
corsa modifiche ed aggiustamenti. L’attenzione verso i gusti e i
desideri mutevoli di un cliente o consumatore è un aspetto primario
da tenere in considerazione quando si ha un prodotto da offrire,
qualunque esso sia.
Il ruolo degli influencer per convertire i follower in clienti
É proprio questa necessità di stimolare il
target perfetto con la giusta strategia ad aver fatto sì che gli
influencer, categoria tanto in voga quanto bistrattata, venissero
gradualmente coinvolti all’interno di ogni moderna ed efficace
strategia di Digital PR che si rispetti.
Gli influencer altro non
sono che persone che hanno fatto del proprio personal branding un
lavoro redditizio; oggi sono pressoché fondamentali per costruire
stabilità attorno a brand e prodotti, poiché grazie al potere di
influenzare le scelte di acquisto dei clienti garantiscono sì un
mercato giovane e fresco ed attento, ma cosa persino più importante:
leale.
Riuscire a convertire
questo enorme bacino di utenza in potenziali clienti è dunque una
missione primaria per chiunque operi nel campo dell’intrattenimento.
A questo riguardo ho
incontrato Paolo Genovese, uno dei registi più affermati nel
panorama cinematografico italiano. Nel 2016 il suo
film Perfetti sconosciuti ha ottenuto un abbondante incasso
al botteghino, sia in Italia che all'estero; in seguito Genovese
riceve da molte nazioni richieste per i diritti per fare della sua
pellicola un remake. Il 18 aprile dello stesso anno il film
vince il David di Donatello per il miglior film e il David
di Donatello per la migliore sceneggiatura; qualche giorno dopo, la
sceneggiatura dell'opera viene anche premiata al Tribeca Film
Festival. Attualmente è di nuovo al cinema con The Place con un cast
stellare composto da Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba
Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio
Muccino, Silvia D'amico, Vinicio Marchioni, Alessandro
Borghi, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini.
Proprio perché Paolo ha
iniziato la sua carriera come pubblicitario, nessuno conosce meglio
di lui la relazione fondamentale tra pubblicità e PR, ma anche
quanto queste ultime svolgano un ruolo imprescindibile per la
carriera di un regista e la promozione del suo film.